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Come stabilire la comunicazione con l’inconscio per guidare il tuo cliente al cambiamento

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Hai mai pensato di stabilire la comunicazione con l’inconscio per migliorare la tua vita o quella dei tuoi clienti?

Forse ti sarà già capitato di dovere prendere una decisione e di avvertire una sensazione al tuo interno che sembra dirti “No! non lo fare.

Oppure magari ti sarà già successo di svolgere un’attività e di ricevere un segnale dal tuo corpo che sembra comunicarti “Fermati!”.

Questi sono generalmente dei segnali dell’inconscio.

Fino a oggi avrai magari sentito parlare dell’inconscio come quella parte che:

  • archivia e organizza i ricordi;
  • gestisce e mantiene il corpo;
  • è responsabile di tutti i processi inconsci, come il battito del cuore, la regolazione della temperatura corporea, la salivazione, eccetera;
  • genera le abitudini;
  • ama comunicare con i simboli, per esempio i sogni;
  • eccetera.

L’inconscio è anche quella che ama servire e ha bisogno di chiare istruzioni da seguire.

Ebbene sì, l’inconscio ama servire, ma come fare a comunicare le istruzioni e a capire se le ha comprese correttamente?

E ancora più difficile come fare a comunicare con l’inconscio del tuo cliente e ad ottenere il suo supporto per fare in modo che il cliente raggiunga la situazione desiderata?

Ecco una strategia per comunicare con l’inconscio del tuo cliente o se lo desideri anche con il tuo.

La tecnica Betty Erickson per stabilire la comunicazione con l’inconscio

La tecnica Betty Erickson è una tecnica che viene utilizzata per generare stati di leggera trance.

Questa tecnica è stata modificata leggermente per stabilire la comunicazione con l’inconscio.

Ecco come funziona:

1. Rilassa il cliente prima di stabilire la comunicazione con l’inconscio

stabilire la comunicazione con l'inconscio PNLFai rilassare il cliente su una sedia, facendolo accomodare con i piedi ben appoggiati al pavimento e la schiena alla schienale della sedia.

Invita il cliente a prendere 3 respiri profondi inspirando dal naso ed espirando dalla bocca e a lasciare andare tutto lo stress dal suo corpo.

Alcune delle parti sempre tese di una persona sono le spalle e le mascelle.

Invita quindi il tuo cliente a rilassare anche queste due parti del corpo.

2. Crea la visione periferica

Una volta che il cliente è rilassato guidalo a ottenere la visione periferica.

Per fare questo invita il cliente a fissare un punto specifico sulla parete di fronte a sé per qualche secondo.

È preferibile che questo punto sia leggermente in alto in modo che il cliente deve alzare leggermente gli occhi per poterlo fissare.

In seguito quando calibri che gli occhi del cliente inizia a essere affaticati guidalo a notare che cosa si trova a 10cm a destra e a sinistra dal punto che sta fissando.

È importante che il cliente continui a fissare il punto sul muro, ma che inizi ad allargare la sua visione periferica.

Lentamente fai espandere la visione periferica fino al momento in cui il cliente riesce ad avere una visione di 180° gradi circa.

Una volta ottenuta la visione periferica il tuo cliente dovrebbe essere in uno stato di leggero trance.

Ti accorgi di questo in quanto il cliente dovrebbe presentare alcuni di questi segnali:

  • sguardo fisso;
  • non sbatte le palpebre;
  • deglutizione più frequente;
  • respiro più lento;
  • immobilità;
  • eccetara.

3. 3V – 3A – 3K

A questo punto guida il cliente a notare tre elementi visivi (3V) di fronte a lui.

PNL stabilire la comunicazione con l'inconscio Questi elementi potrebbero essere:

  • degli oggetti;
  • le ombre;
  • dei dettagli come per esempio una macchiolina sul muro;
  • le differenze di colore di una foglia di un fiore che si trova di fronte al cliente;
  • eccetera.

Per guidare il cliente in maniera appropriata calibra in continuazione i suoi movimenti.

Generalmente nel momento in cui egli vede quanto indicatogli fa un piccolo cenno affermativo con la testa.

Se questo non fosse il caso puoi chiedere al cliente di eseguirlo.

Una volta identificati i tre elementi visivi è ora possibile passare a tre elementi uditivi (3A).

In questo caso potresti fare portare l’attenzione del cliente al:

  • suono della tua voce;
  • rumore delle macchine che passano in strada;
  • rumore dell’aria condizionata;
  • suono del suo respiro;
  • eccetera.

Infine terminato con gli elementi uditivi è il momento di passare a tre elementi cinestetici (3K).

Questi elementi potrebbero includere:

  • la sensazione del piede che appoggia al pavimento;
  • la sensazione di contatto con la sedia;
  • la sensazione della maglietta sul braccio;
  • la temperatura della mano;
  • eccetera.

Per guidare ancora meglio il tuo cliente in queste fasi utilizza il tuo linguaggio non verbale e para verbale dei sistemi rappresentazionali.

4. 2A – 2V – 4K

Terminata la prima fase di identificazione degli elementi visivi, uditivi e cinestetici è il momento di passare alla seconda.

La seconda fase è di principio uguale alla prima, tuttavia si riduce il numero degli elementi visivi e uditivi e si aumenta quello degli elementi cinestetici di un’unità.

È importante che utilizzi elementi che non sono ancora stati citati in precedenza.

5. 1V – 1A – 5K

L’ultima fase di identificazione degli elementi è ancora caratterizzata dalla diminuzione degli elementi visivi e uditivi e dell’aumento di quelli cinestetici di un’unità.

In questa fase inoltre si va alla ricerca di elementi interni, ad esempio:

  • Visivi: un’immagine nella mente del cliente;
  • Uditivi: un suono nella mente del cliente;
  • Cinestetici: la temperatura dell’aria che raggiunge i polmoni.

In quest’ultima fase puoi invitare il cliente a chiudere gli occhi in questo modo:

  • Coach: Ora se vuoi puoi decidere di chiudere gli occhi o di tenerli aperti.

Generalmente il cliente in questo caso chiude gli occhi, allo stesso tempo gli si offre la scelta di tenerli aperti se lo dovesse desiderare.

Nel caso in cui nelle fasi precedenti il cliente dovesse chiudere gli occhi, continua l’esercizio con elementi visivi, uditivi e cinestetici interni.

Ora il tuo cliente è in uno stato di trance leggermente più profondo ed è molto consapevole dei segnali cinestetici del corpo.

6. Identifica il segnale involontario inconscio del sì

A questo punto sei pronto a stabilire la comunicazione con l’inconscio del cliente.

Chiedi scusa all’inconscio

Se è la prima volta che il cliente svolge questo esercizio guida il cliente in questo modo:

  • Coach: Ora, attraverso il tuo dialogo interno oppure anche parlando, ti invito a scusarti con il tuo inconscio per non avere posto attenzione ai suoi messaggi, vorrei ora parlare con te.
    Puoi parlare all’inconscio nella lingua che preferisci.
    Fammi sapere con un cenno affermativo con la testa quando hai terminato.

Ti suggerisco di includere anche l’aspetto linguistico in quanto alcune persone bilingue hanno un dialogo interno che è diverso dalla lingua con la quale parlano al coach.

Utilizzando la loro lingua abituale sono molto più facilitati nel processo.

Identifica il segnale del sì

stabilire la comunicazione con l'inconscio YESUna volta che il cliente si è scusato puoi procedere con stabilire la comunicazione con l’inconscio e procedere con l’identificazione del segnale del sì in questo modo.

  • Coach: Ora chiedi al tuo inconscio “inconscio, puoi per cortesia fornirmi un segnale nella forma di segnale corporeo involontario che rappresenti il “sì”?” e fammi un cenno con la testa quando lo hai ottenuto.

Conferma il segnale del sì

Identificato il segnale del sì è necessario confermarlo, prosegui quindi in questo modo:

  • Coach: Ora chiedi al tuo inconscio “inconscio, se questo era il segnale dei sì puoi per cortesia replicarlo?” e fammi un cenno con la testa quando è stato replicato.

Nel caso che il segnale viene replicato hai stabilito il segnale inconscio per il sì.

Testa il segnale del sì

L’ultimo passo è quello di testare l’involontarietà del segnale.

Chiedi al cliente di replicare consciamente il segnale, nel caso in cui il segnale non è replicabile, oppure lo è ma le sensazioni sono differenti, hai trovato il segnale involontario per il sì.

Nel caso in cui il segnale è replicabile consciamente procedi in questo modo:

Invita il cliente ad aprire gli occhi e a fare qualche passo salterellando e scuotendo le braccia.

In seguito invita il cliente a replicare consciamente, senza nessun dialogo interno con l’inconscio, il segnale.

È possibile che a questo punto il cliente non riesca più a replicarlo.

Nel caso il segnale fosse replicabile invita il cliente a sedersi nuovamente sulla sedia, a prendere qualche respiro profondo e a rimettersi in contatto con l’inconscio.

Nel momento in cui hai ristabilito il contatto guida il cliente in questo modo:

  • Coach: Ora chiedi al tuo inconscio “inconscio, puoi per cortesia fornirmi un segnale nella forma di segnale corporeo involontario che non sia replicabile consciamente e che rappresenti il “sì”?” e fammi un cenno con la testa quando lo hai ottenuto. 

Una volta ottenuto il segnale procedi con la conferma e con il test.

7. Identifica il segnale involontario inconscio del no

stabilire la comunicazione con l'inconscio NOProcedi ora allo stesso modo con il segnale involontario inconscio per il no.

Ricordati anche in questo caso di confermare e testare il segnale.

Le tecnica di Betty Erickson per identificare i segnali inconsci del sì e del no è una tecnica molto importante perché permette di svolgere molti pattern che utilizzano l’inconscio, come per esempio:

  • il Six Step Reframe
  • il Generatore di Nuovi comportamenti (New Behaviour Generator);
  • il Guaritore Interno (Healer Within);
  • eccetera.

Oltre a ciò la tecnica permette una certa indipendenza del cliente che può utilizzare le tecniche su se stesso o addirittura utilizzare i segnali per dialogare in maniera costante con il suo inconscio con lo scopo di:

  • prendere decisioni;
  • modificare comportamenti depotenzianti;
  • modificare stati depotenzianti;
  • liberarsi da convinzioni negative;
  • eccetera.

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Fai la differenza che fa la differenza,

Simone

 

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