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Il segreto per vincere le Olimpiadi dell’autostima in 50.39 secondi

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L’autostima può essere definita come la reazione emotiva che le persone sperimentano nel momento in cui valutano le loro capacità e il loro aspetto fisico.

Se questa reazione è positiva ritieniti una persona molta fortunata, in caso contrario non ti preoccupare e benvenuto nel gruppo.

La scarsa autostima è un problema molto più comune di quello che credi e come coach PNL non mi stancherò mai di aiutare i clienti ad aumentare la loro autostima.

Tempo fa ho avuto la fortuna di incontrare uno psicologo esperto di programmazione neuro linguistica e autostima.

Uno dei suoi compiti è di preparare a livello mentale gli atleti della nazionale di Singapore alle competizioni internazionali.

Questi atleti dedicano generalmente 24 mesi della loro vita per preparare una singola competizione.

Infatti, ogni due anni partecipano a eventi internazionali come le olimpiadi, che conosciamo tutti, o i SouthEast Asian Games meno conosciuti in Europa, ma altrettanto importanti per uno sportivo del sud est Asiatico.

Il ruolo dello psicologo è fondamentale per la preparazione alla gara.

Ad esempio per i SEA Games del 2013 lo psicologo mi disse che si recò in Myanmar, nel paese dove avrebbero avuto luogo i giochi, per valutare la palestra nella quale si sarebbe svolta la gara di Silat, un’arte marziale caratteristica del sud est asiatico.

Egli valutò la palestra nei minimi dettagli: luci, acustica, dimensioni, temperatura, umidità, vicinanza del pubblico al ring, caratteristiche del pubblico locale, eccetera.

Rientrato a Singapore, trasformò la palestra locale dove gli atleti si allenavano in modo da renderla il più simile possibile a quella dove avrebbe avuto luogo la competizione.

Aumentò la temperatura, coprì parte delle finestre per diminuire la luce, registrò degli audio nei quali il pubblico fischia la squadra avversaria così come nel luogo nel quale sarebbe avvenuta la gara.

Tutto questo per simulare le condizioni che gli atleti avrebbero incontrato durante la competizione.

Cosa può intaccare l’autostima

Da buon coach non persi la possibilità di porre una domanda cruciale per capire quali erano le sfide che lo psicologo si trovava più spesso ad affrontare nel suo lavoro.

La sua risposta fu l’autostima degli atleti.

Mi spiegò che l’autostima degli atleti con i quali lavora è intaccata principalmente da tre aspetti:

  • l’età degli atleti: gli sportivi generalmente raggiungo la maturità professionale in un momento in cui sono ancora molto giovani.
    Quest’aspetto li rende degli ottimi atleti, tuttavia non sempre hanno già maturato una grande autostima, in particolare quando si trovano a dover competere contro dei campioni molto più navigati e pluridecorati.
  • la fisicità degli atleti: l’aspetto fisico degli atleti asiatici spesso piccoli e meno possenti degli avversari è un altro aspetto fondamentale che intacca l’autostima degli atleti.
    In particolare per gli atleti più giovani, i quali si lasciano spesso impressionare dalla diversa fisicità degli avversari caucasici.
  • la cultura asiatica: in alcune regioni dell’Asia le persone sono spesso timide, riservate, fortemente obbedienti alle regole e dipendenti dalla famiglia.
    La somma di questi aspetti culturali influisce negativamente sull’autostima degli atleti.

Il segreto degli atleti di Singapore per migliorare la loro autostima

Ma allora come ha fatto Joseph Schooling, atleta della nazionale di Singapore, a ottenere autostima-programmazione-neuro-linguistical’oro alle scorse Olimpiadi di Rio?

Come ha potuto stabilire un nuovo record olimpico nei 100 metri butterfly terminando la gara in 50.39 secondi?

Come è riuscito a battere il favorito Michael Phelps, l’atleta che, fino ad ora, è riuscito a conquistare il più elevato numero di medaglie olimpiche?

Di sicuro Schooling ha sacrificato tutto se stesso per ottenere un tale risultato, ha nuotato ore e ore, ha fatto innumerevoli ore di palestra, ha curato l’alimentazione, la vita sociale e ha lavorato sulle tecniche di nuoto.

Tuttavia senza una corretta preparazione mentale e senza una grande autostima, Schooling non sarebbe mai riuscito a battere un campione con ben 28 medaglie olimpiche, di 10 anni più maturo, 10 centimetri più alto e 14 chili più muscoloso.

Siccome spesso lavoro con clienti che mi chiedono di aiutarli ad aumentare la loro autostima, chiesi allo psicologo qual era la sua tecnica numero 1 per ottenere questo risultato.

La sua risposta fu “Use NLP to visualize the worst that can happen and overcome it” ossia utilizza la PNL per visualizzare la situazione peggiore che possa accaderti e superala abilmente.

Il fatto che mi sorprese di questa sua risposta fu che per la prima volta, invece di visualizzare unicamente il successo, il benessere, il raggiungimento degli obiettivi, qualcuno mi consigliò di utilizzare la programmazione neuro linguistica per visualizzare quello che non vorresti mai che ti accadesse.

La visualizzazione è uno strumento utilizzato da molti professionisti per affrontare le sfide di ogni giorno.

Gli atleti effettuano delle visualizzazioni per allenarsi a compiere i movimenti in maniera perfetta, ad esempio la virata nel nuoto, il salto mortale nella ginnastica, lo swing nel golf.

Lo stesso è fatto anche da professionisti non sportivi. Ad esempio alcuni formatori si visualizzano mentre effettuano una perfetta presentazione in pubblico, i venditori mentre chiudono un importante contratto di vendita, altri professionisti mentre conducono una riunione di lavoro.

L’aspetto importante che permette alla visualizzazione di essere un efficace strumento, è che la tua mente non distingue la differenza tra una scena realmente vissuta e una vividamente immaginata.

Immaginare quindi te stesso in numerose occasioni mentre vai incontro alla peggiore delle situazioni e che, malgrado ciò, riesci a superarla, è una tecnica fondamentale per aumentare l’autostima.

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Gli esempi che mi citò lo psicologo riguardo ai suoi atleti erano molti e variopinti.

Alcuni atleti immaginano per esempio:

  • un pubblico oltraggioso contro di loro;
  • la partenza in ritardo allo sparo della pistola;
  • una caduta dall’ostacolo durante i 3000 metri siepi;
  • combattere contro un pugile molto più muscoloso o veloce.

Tutte queste visualizzazioni terminano con l’abilità dell’atleta di superare questa difficile situazione e di ottenere il risultato desiderato.

Il cervello recepirà questa visualizzazione come una situazione realmente accaduta e quindi crederà che sei capace di superare la situazione abilmente.

Nel momento in cui ti troverai di fronte alla situazione reale e ti accadrà il peggio, la tua mente ricorderà che sei già stato in grado di superare in numerose occasioni questa situazione nel passato e automaticamente ti porterà a superala anche nella realtà.

Da quel giorno questa tecnica fa parte dei miei segreti per aiutare i miei clienti a migliorare la loro autostima e a vivere una vita straordinaria.

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Fai la differenza che fa la differenza,

Simone

 

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