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Quale tecnica utilizzare durante le tue sessioni di coaching

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Sei un coach alle prime armi, oppure un coach navigato e ti stai chiedendo quale tecnica utilizzare con il tuo cliente per fare in modo di condurre una sessione di coaching straordinaria?

Conosco benissimo questa sensazione, l’ho provata numerose volte sulla mia pelle.

Non ti dico quante volte mi sono preparato alla sessione di coaching pensando quale tecnica utilizzare.

E onestamente, trovo che non ci sia un approccio più sbagliato di questo.

Inoltre “quale tecnica utilizzare per risolvere questo o quell’altro problema” è una domanda che mi pongono in continuazione i miei studenti.

Ebbene io ho la risposta a questa domanda, e da buon coach PNL rispondo in questo modo:

“Dipende!”

Certamente fornisco anche una spiegazione chiara a questa mia argomentazione, la stessa che descrivo in quest’articolo.

Quale tecnica utilizzare per una fobia?

Supponiamo che il tuo cliente venga da te perché vuole liberarsi da una fobia.

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Non ho scelto a caso questa problematica, poiché quando io chiedo ai miei studenti quale tecnica usare in questo caso, in coro, loro mi rispondono: “cura veloce delle fobie”.

E sai qual è la mia risposta?

Esattamente, proprio quella: “Dipende”.

Ma proseguiamo con ordine.

Innanzitutto voglio ricordarti alcuni presupposti della PNL che devi conoscere e applicare durante le tue sessioni di coaching.

  • Se quello che stai facendo non funziona, fai qualche cosa di diverso;
  • Più una persona è flessibile più è probabile che ottenga ciò che desidera;
  • Avere scelte è meglio che non averne;
  • Non esiste il fallimento, ma solo il feedback.

Questi sono gli stessi presupposti che R. Bandler e J. Grinder utilizzavano nelle loro fasi di sviluppo e test della PNL.

È vero che generalmente, se un cliente mi chiedesse di aiutarlo a liberarsi da una fobia, anch’io sarei tentato di utilizzare la tecnica cura veloce delle fobie.

E se la tecnica non funziona, quale tecnica utilizzare?

Supponiamo però che questa tecnica non porta i risultati desiderati, cosa fai in questo caso?

  1. Informo il cliente che non è pronto a un tale cambiamento e gli dico di tornare quando vorrà veramente cambiare.
    Ti sembrerà strano, ma numerosi coach che si trovano di fronte al fallimento (feedback) accusano i loro clienti di non essere pronti
  2. Accusi te stesso e lasci che questo fallimento (feedback) intacchi la tua autostima e non lavori più con clienti con le fobie:
  3. Imparo dall’esperienza (feedback), rimango flessibile e faccio qualche cosa di diverso.

Immagino che in questo caso la tua risposta sia proprio l’ultima, anche questa volta hai ragione.

E se il cliente “non funziona” quale tecnica utilizzare?

Supponiamo ora un altro caso, stesso cliente, stessa fobia e il cliente non riesce a visualizzare nella sua mente.

Come ti comporti:

  1. Informi il cliente che se non è capace a visualizzare non può liberarsi della fobia, incassi i soldi della sessione e lo congedi.
  2. Ti ostini a convincere il cliente che tutte le persone sono in grado di visualizzare fino al momento in cui il cliente finge di riuscirci e di liberarsi dalla fobia.
  3. Imparo dall’esperienza (feedback), rimango flessibile e faccio qualche cosa di diverso.

Immagino che anche in questo caso tu abbia selezionato la risposta corretta, l’ultima.

Analizziamo ora quale tecnica si potrebbe utilizzare per il nostro cliente con la fobia.

Attraverso la cura veloce delle fobie si esegue un lavoro sulle immagini dell’evento scatenate la fobia codificate nella mente del cliente.

In particolare, si modifica l’evento nella mente del cliente ricodificandolo con caratteristiche o meglio submodalità visive (V) diverse.

La soluzione

Come abbiamo visto in precedenza, per numerosi motivi è possibile però che la tecnica non funzioni.

Capiamo quindi quale tecnica alternativa utilizzare per far fronte a questo feedback:

Una fobia scatena forti stati che il cliente percepisce a livello fisico, questi stati si manifestano attraverso submodalità cinestetiche (K).

Oltre agli stati il cliente manifesta comportamenti incontrollabili, fra cui l’aumento del battito del cuore, l’aumento della pressione, il fuggire, il gridare o altro ancora.

Comprendendo che la fobia si manifesta in questo modo puoi quindi decidere di utilizzare le tue conoscenze per trovare una soluzione alternativa.

Potresti per esempio decidere di utilizzare le submodalità per sradicare la fobia.

Con le submodalità potresti trasformare le sensazioni cinestetiche (K) quali per esempio la temperatura della sensazione, il movimento o la pressione.

Oppure potresti decidere di estrapolare la sensazione negativa (K), trasformarla in un simbolo e reintegrarla con un significato totalmente diverso.

Nel caso il cliente riesca a lavorare con le submodalità visive (V) potresti eseguire un map across per trasferire stati potenzianti nella situazione in cui il cliente percepisce la fobia.

Ma se lavorare con le submodalità non porta i risultati sperati cosa si può fare?

Per esempio puoi affidarti all’ancoraggio.

Anche l’ancoraggio ti permette di aiutare il tuo cliente a acquisire le risorse necessarie da utilizzare in caso in cui la fobia si scatenasse.

Potresti per esempio creare una potente ancora accatasta di stati positivi da scatenare nel momento in cui si manifesta la fobia, oppure sradicare la fobia attraverso un collasso di ancore.

Altre tecniche dell’ancoraggio che potresti provare in questa situazione sono il cerchio dell’eccellenza e l’ancora concatenata.

Passando alle tecniche del Nuovo Codice, sviluppato da J. Grinder per rimediare ad alcune lacune del Classic Code, due tecniche che potrebbero essere d’aiuto in questo caso sono:

  • N step reframe – per generare stati e comportamenti alternativi rispetto a quelli sperimentati durante la fobia;
  • State Transference – per trasferire uno stato potenziante in una situazione dove si manifesta uno stato depotenziante.

La tecnica della flessibilità del coach PNL

È possibile che la tecnica cura veloce delle fobie sia il migliore strumento per aiutare il tuo cliente, se questo non fosse il caso non perderti d’animo, il tuo cliente conta su di te e tu devi dare il massimo per aiutarlo.

Il mio messaggio che voglio quindi trasmetterti in risposta alla domanda “quale tecnica utilizzare per risolvere questo o quell’altro problemaè la tecnica della flessibilità.

Il tuo ruolo è quello di comprendere il tuo cliente, le sue caratteristiche, le sue convinzioni, il suo sistema rappresentazionale primario e danzare con lui per co-creare la soluzione al suo problema.

Ricordati, come diceva Albert Einstein:

“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi”.

Per evitare di fare sempre la stessa cosa quindi, scarica il corso gratis Vivi la tua vita in modo straordinario con la PNL, in questo modo imparerai altri strumenti per aiutare il tuo cliente.

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Fammi sapere cosa ne pensi della tecnica della flessibilità commentando l’articolo oppure lasciando un post sulla pagina facebook di PNLpedia.

Rimani flessibile e diventa il miglior coach PNL.

Al tuo successo,

Simone

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