Ti sei mai chiesto come risolvere conflitti interni?
Magari ti sei trovato ad avere un conflitto interno come per esempio voglio fare più sport, ma dall’altra parte vorresti startene tranquillo sul divano.
Oppure da una parte vorresti smettere di fumare, ma dall’altra parte ti piace fumare e senti che la sigaretta ti rilassa.
O magari ancora, sei un coach e i tuoi clienti ti chiedono aiuto per risolvere conflitti interni che limitano la loro vita.
Per risolvere conflitti interni ci sono numerose strategie, fra cui quelle di gestione conflitti classiche, la negoziazione tra le parti, eccetera.
Oggi però voglio parlarti di una tecnica della PNL che reputo essere magica, l’integrazione delle parti.
Che cosa sono le parti
Prima di comprendere la tecnica capiamo cosa sono le parti.
Metaforicamente in programmazione neuro linguistica assumiamo che la mente è composta da più parti.
Ognuna di queste parti ha il proprio modo di vedere il mondo, ossia i propri valori, le proprie convinzioni, i propri comportamenti e le proprie emozioni.
Può capitare quindi che una parte veda il mondo in contrasto con un’altra, generando così dei conflitti interni.
Che cosa sono i conflitti interni
I conflitti interni sono specificatamente quelle situazioni in cui queste parti sono in disaccordo.
Una parte vuole ottenere qualche cosa, mentre un’altra non lo vuole o vuole qualche cosa di diverso.
La prima cosa da capire, se si vuole risolvere conflitti interni, è quindi quale tipo di conflitto hanno le parti in questione.
Spesso il cliente non è conoscenza dell’esistenza delle due parti, allo stesso tempo è possibile che ti dirà frasi del tipo:
- Da un lato voglio avere una relazione, dall’altro invece mi piace essere single;
- Mi piacerebbe smettere di fumare, ma poi voglio rimanere fedele al mio gruppo di amici fumatori;
- eccetera
Quando il cliente ti dice questo tipo di frasi è importante porre attenzione al suo linguaggio non verbale.
In questo modo identificherai dove e come rappresenta le due parti.
Molto spesso infatti il cliente segnalerà con una mano una parte e con l’altra la seconda parte.
Vediamo quale tipo di conflitto possono avere queste parti.
Conflitto “verso a – verso a”
Il conflitto “verso a – verso a” è caratterizzato da due parti che vogliono ottenere qualche cosa – quindi si comportano “verso a”.
Una parte si comporta quindi per fare in modo di ottenere questa cosa.
L’altra parte invece si comporta per ottenere qualche cosa d’altro
Esempi di questo conflitto includono:
- una parte vuole avere una relazione, l’altra vuole essere single;
- la prima parte vuole rilassarsi fumando, la seconda vuole essere sana;
- una parte vuole mantenere l’attuale lavoro in azienda, l’altra vuole essere un imprenditore.
Conflitto “verso a – via da”
Il secondo tipo di conflitto generato dalle parti è quello “verso a – via da”.
In questo caso una parte vuole ottenere qualcosa e si comporta in modo da averlo – verso a.
L’altra parte invece vuole allontanarsi da questo qualcosa e, in questo caso, agisce in modo da liberarsene – via da.
Esempi di questo tipo di conflitto includono:
- una parte vuole sentirsi integrata nel gruppo di amici e genera quindi la necessità di fumare, l’altra vuole liberarsi dalla dipendenza della sigaretta;
- la prima parte vuole continuare a lavorare per guadagnarsi da vivere, l’altra vuole invece smettere di lavorare;
- da un lato una parte vuole mantenere unita la sua famiglia, dall’altra la seconda parte vuole liberarsi dal peso di essere in una relazione difficile.
Attraverso il processo integrazione delle parti è possibile unire le parti in conflitto.
L’unione delle due parti comporta l’ottenimento di una relazione più armoniosa all’interno del sistema.
Identifica l’intenzione positiva
Identificato il conflitto, e quindi le due parti, è ora possibile ricercare l’intenzione positiva di ogni parte.
L’identificazione dell’intenzione positiva è fatta rappresentando la parte attraverso un simbolo e associando il cliente a questo simbolo.
Successivamente, una volta che il cliente si è associato, è necessario ricercare il valore che supporta il comportamento e le convinzioni della parte.
Questo passo è svolto analizzando il beneficio che la parte ottiene, o che vuole ottenere, comportandosi in questo modo.
Questo beneficio è supportato da un valore e il tuo compito è quello d’identificarlo.
Generalmente le domande che ti permettono di identificare il valore sono per esempio:
- Che cosa vuoi ottenere quando ti comporti in questo modo?
- Una volta che hai ottenuto quello che desideri che cosa ottieni?
- Quali sono le ragioni per le quali vuoi ottenere questo?
Una volta identificata l’intenzione positiva di una parte procedi con l’altra.
L’obiettivo è quello di trovare l’intenzione positiva comune ad entrambe le parte.
Per esempio è possibile che entrambe le parti vogliano:
- felicità;
- libertà;
- creatività;
- piacere;
- salute;
- eccetera.
Identificare l’intenzione positiva comune è quindi il primo passo per risolvere conflitti interni.
Identifica e trasferisci le risorse
Trovata l’intenzione positiva comune è ora possibile passare a identificare le risorse da condividere.
Siccome le due parti hanno una mappa del mondo diversa, è anche possibile che abbiano risorse diverse.
Per risorse si intendono capacità, abilità, conoscenze, eccetera.
Alcune di queste risorse possono per esempio includere:
- determinazione;
- capacità di dimostrare amore;
- essere capaci a rilassarsi;
- oggettività;
- precisione;
- eccetera.
In questo fase è quindi necessario trovare le risorse che una parte possiede e che può trasferire all’altra e viceversa.
Identificate le risorse è poi necessario che le parti trasferiscano queste risorse.
Questo trasferimento di risorse facilita l’inizio della cooperazione delle parti e la loro integrazione.
Integra le parti per risolvere conflitti interni
A questo punto, una volta trasferite le risorse, sei pronto all’integrazione.
L’integrazione è svolta guidato il cliente a fondere i due simboli assieme e ad ottenere un nuovo simbolo che rappresenta il cambiamento e l’integrazione.
Questa tecnica dell’integrazione è stata modellata da Milton Erickson e si basa su due dei suoi più famosi fenomeni ipnotici: la levitazione del braccio o arm levitation e la catalessi.
L’arm levitation è svolta con il cliente in un leggero stato di trance.
Il ruolo del coach è quello di guidare il cliente a unire i due simboli attraverso due arm levitation, quella sinistra e quella destra, e ad ottenere da questa unione il nuovo simbolo.
Per completare l’integrazione è poi necessario guidare il cliente a integrare nel suo corpo il suo simbolo.
Il cliente potrà decidere per esempio di integrarlo nel suo cuore, nella sua mente oppure dove preferisce.
Questo step è l’ultimo dei tre reframing del cliente che sono appunto:
- l’intenzione positiva comune;
- la cooperazione tra le parti nel condividere le risorse; e
- l’integrazione delle parti attraverso il nuovo simbolo.
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Simone