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Le posizioni percettive della PNL

posizioni percettive

Le posizioni percettive della PNL sono uno straordinario strumento della programmazione neuro linguistica.

Queste si basano sul principio che risorse quali convinzioni, valori, capacità e comportamenti, possono essere trasferiti da uno stato emotivo ad un altro e incorporate in quest’ultimo.

Questo processo, chiamato map accross, ti permette di:

  • ottenere cambiamenti della tua percezione del mondo in maniera immediata;
  • adottare altri punti di vista;
  • comprendere meglio gli altri;
  • migliorare le tue relazioni;
  • accrescere la tua assertività;
  • accrescere le tue abilità di comunicazione;
  • generare soluzioni per risolvere i tuoi problemi;
  • modificare convinzioni limitanti.

Metaforicamente, le posizioni percettive sono l’abilità di mettersi nelle scarpe (o utilizzare i filtri degli altri), e quindi percepire il mondo in maniera diversa.

John Grinder e Judith DeLozier, nel 1987, idearono e svilupparono il concetto delle posizioni percettive della PNL ispirandosi ai lavori di Gregory Bateson e Milton Erickson. Nacquero così le prime 3 posizioni percettive. In seguito, Robert Dilts apportò delle evoluzioni al concetto sviluppato da Grinder e DeLozier aggiungendo la quarta posizione percettiva.

Le quattro posizioni percettive della PNL

I lavori di Grinder, Delozier e Dilts portarono all’identificazione e definizione di quattro posizioni percettive:

Prima posizione

La prima posizione percettiva è la posizione in cui indossi le tue scarpe o utilizzi i tuoi filtri.

Nella prima posizione percettiva percepirai quindi il mondo attraverso i tuoi filtri usuali.

Questo stato di cose è anche definito come “essere totalmente associato”.

In questa posizione, percepisci quindi una determinata situazione ponendo l’attenzione su quello che è importante per te: i valori e le convinzioni per giudicare gli eventi sono i tuoi, e lo stesso vale per i comportamenti che assumi.

Supponiamo per esempio che hai avuto una discussione con la tua partner sul chi dei due deve vuotare il sacco della spazzatura al centro di raccolta sotto casa.

Durante questa discussione tu eri inflessibile sul fatto che debba essere lei a dover vuotare il sacco poiché gli orari di apertura del centro non coincidono con i tuoi orari di lavoro.

La tua partner invece sostiene che debba essere tu a vuotare il sacco, perché tu sei molto più forte di lei e questo permette di evitare che il sacco sia travasato malamente nel container.

La prima posizione è quindi quella in cui tu hai questo punto di vista, ossia che deve essere la tua partner a dover vuotare il container.

Seconda posizione

Posizioni percettiveLa seconda posizione percettiva è quella in cui indossi le scarpe di un’altra persona che è coinvolta nella situazione. La seconda posizione ti permette di dissociarti dai tuoi filtri abituali ed è anche definita come “stato dissociato”.

In questa posizione, avrai l’abilità di percepire una determinata situazione ponendo l’attenzione su quello che è importante per l’altra persona. Riuscirai a mettere in pratica i valori, le convinzioni e i comportamenti dell’altra persona senza farti influenzare dai tuoi filtri.

Ritornando all’esempio del sacco della spazzatura, riuscirai a filtrare la situazione tramite i filtri della tua partner.

Quando sei completamente associato alla seconda posizione, parlerai a te stesso utilizzando il pronome “tu” e ti riferirai alla tua partner utilizzando il pronome “io”.

Utilizzando sempre l’esempio della vuotatura del sacco dell’immondizia assumendo la seconda posizione della tua partner mi diresti: “Io (riferendoti alla tua partner) non ho la forza di vuotare il sacco della spazzatura, mi piacerebbe che lo facesse lui (riferendoti a te stesso) il mercoledì sera, perchè rincasa quando il centro di raccolta è ancora aperto”.

Terza posizione

La terza posizione percettiva è quella in cui indossi le scarpe, o utilizzi i filtri, di un osservatore esterno alla situazione, il quale non è direttamente coinvolto nella situazione.

La terza posizione ti permette di assumere dei filtri completamente neutri. A volte ci si riferisce a questa posizione come la posizione di “advisor”.

La terza posizione si suddivide in tre sottocategorie:

  1. Terza posizione pura: è quella posizione che non è né la prima né la seconda, ma che tuttavia ha già utilizzato i filtri (o le scarpe) sia della prima posizione che della seconda. Potrebbe essere tua figlia che va a scuola: i suoi orari non coincidono con quelli di apertura del centro di raccolta, e anche lei, come la tua partner, non ha la forza di vuotare il sacco.
  2. Meta posizione: non è né la prima né la seconda, ma tuttavia ha già utilizzato le scarpe della prima posizione percettiva e allo stesso tempo non è coinvolta nella situazione. Potrebbe essere l’ex-ragazzo della tua partner.
  3. Osservatore: posizione che non è né la prima né la seconda e non assume nessun giudizio o convinzione in merito né alla prima né alla seconda. Potrebbe essere un tuo ospite.

La terza posizione non si limita unicamente ad assumere la forma di una persona, infatti questa posizione potrebbe essere anche rappresentata dal sacco della spazzatura, dal container, dal sole, dall’aria, eccetera.

Quarta posizione

La quarta posizione è la somma di tutte le tre altre posizioni, è spesso definita come “il sistema”.

Nel nostro esempio la quarta posizione potrebbe essere l’ambiente, la casa o il quartiere dove abiti.

Come muoversi fra le posizioni percettive

Sebbene sembri difficile assumere i filtri delle diverse posizioni percettive, in realtà è relativamente facile.

In termini semplicistici basta indicare quattro diversi spazi al suolo che rappresentano le diverse posizioni percettive e spostarsi da una all’altra immedesimandosi nella posizione stessa.

In termini meno semplicistici, la transizione tra una posizione e un’altra avviene in questo modo:

Segnala la posizione percettiva

Posizioni percettive PNLPer segnalare la posizione percettiva identifica quattro spazi al suolo che rappresentano le diverse posizioni percettive (P1, P2, P3 e P4) e una posizione neutra (PN).

Questi spazi, che non sono nient’altro che delle “ancore spaziali”, devono essere sufficientemente distanti in modo da permettere una dissociazione spaziale tra una posizione e un’altra.

Ti suggerisco di prevedere almeno 1-2 metri di spazio tra una posizione e l’altra.
Se stai lavorando con emozioni molto forti, ti suggerisco inoltre di prevedere uno spazio ancora più ampio tra P1 e le altre tre posizioni percettive, in modo da evitare che le sensazioni (K) che percepisci in P1, non influenzino il tuo stato emotivo quando ti trovi nelle altre posizioni percettive.

Ancora le posizioni percettive

Generalmente, ancorare P1 è molto semplice.

Spostati nello spazio che hai identificato per P1 e associati con la situazione che vuoi risolvere ripensando alla situazione o descrivendola a voce. Una volta che ti senti completamente associato in P1, spostati in PN e fai un “break-state” saltellando, scuotendo le braccia e pensando ad esempio al nome della compagnia aerea che hai utilizzato per il tuo primo volo.

Per ancorare le altre posizioni percettive utilizza lo stesso procedimento e allo stesso tempo, cerca di associarti il più possibile alla posizione percettiva rappresentata. Per associarti il più possibile prosegui in questo modo:

  • assumi la fisiologia, movimenti del corpo, gesti, modo di parlare (ritmo, tono) della persona rappresentata nella posizione percettiva;
  • immagina di vedere la situazione attraverso i suoi occhi, sentire attraverso le sue orecchie, pensare con il suo cervello e percepire le sensazioni che proverebbe la persona rappresentata nella posizione percettiva.

Una volta completamente associato, fai una breve chiacchierata con te stesso in P1 e assicurati di riferirti a P1 con il pronome “tu” e non “io”. Inoltre, assicurati che quando usi il pronome “io”, questo sia riferito alla persona ancorata alla posizione percettiva nella quale ti trovi. Fai un break-state tra ogni ancoraggio spostandoti in PN.

Testa le ancore delle posizioni percettive

Ogni volta che hai creato un’ancora della posizione percettiva, dopo avere effettuato il break-state in PN, ritorna nella posizione percettiva che hai appena ancorato verificando se, automaticamente, si attivano i filtri e la fisiologia della persona rappresentata in quella posizione. Se così non fosse, ripeti il processo di ancoraggio fino a quando raggiungi il risultato desiderato.

Se vuoi imparare a utilizzare le posizioni percettive della PNL, continua a seguirci sul sito www.pnlpedia.com dove troverai ulteriori risorse in merito a questo tema.

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Fa’ la differenza.

Simone

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