Convinzioni limitanti? Forse ne avrai già sentito parlare in tutte le salse, ma che sono e come si formano?
Lascia che ti racconti una storia molto interessante.
Le convinzioni limitanti degli elefanti
Frequentando numerosi corsi di PNL mi sono imbattuto più volte in una storia relativa alle convinzioni limitanti.
Forse sai che in alcune parti del mondo gli elefanti vengono catturati sin da piccoli per trarne vantaggi personali.
Alcune persone li catturano per utilizzarli come mezzi di trasporto, sia per trasportare persone, sia per trasportare materiali pesanti quali acqua e cibo raccolti nella foresta.
Altre persone invece utilizzano gli elefanti come attrazioni turistiche e altre ancora per scopi commerciali.
Domare l’elefante sfruttando le convinzioni limitanti
Forse potresti pensare che domare animali così grandi e forti per fare svolgere loro queste attività sia un’impresa assai ardua.
Purtroppo o per fortuna nel caso di compiti importanti che questi animali svolgono per alcune società, non è così.
Per domare l’animale, e in particolare per fare in modo che non scappi, viene applicato una sorta di anello di metallo ad una delle sue zampe.
L’anello è attaccato ad una catena, la quale è legata generalmente ad un paletto conficcato nel suolo.
Il paletto, ogni volta che l’elefante prova a scappare, blocca la catena legata all’anello e l’animale non riesce a scappare.
La prima volta che l’elefante prova a scappare il paletto oppone resistenza.
L’animale vive quindi la sua prima esperienza di vita in cui un piccolo paletto riesce a bloccare la sua fuga e a limitare la sua libertà.
Il bell’animale non si dà comunque per vinto e, nei giorni successivi, prova la fuga in tutti i modi a lui possibili, ma viene bloccato ogni volta dal paletto.
Durante tutti questi tentativi falliti l’elefante forma la sua convinzione limitante: “il paletto è più forte di me e non ce la farò mai a fuggire”.
Piano piano questa convinzione prende il sopravvento sulle azioni dell’animale e l’elefante smetterà di provare.
Passano gli anni e l’animale diventa più forte e più grande, ma la sua convinzione rimane ben salda nella sua mente e anche se possiede una nuova forza derivante dalle sue nuove dimensioni non proverà mai più a fuggire poiché nella sua mente è registrato che “il paletto è più forte di me e non ce la farò mai a fuggire”.
In questo modo l’elefante smette di tentare la fuga e viene così domato dall’essere umano.
Le convinzioni limitanti
Ma allora cosa sono queste convinzioni limitanti?
Prima di capire cosa sono le convinzioni limitanti cerchiamo di capire che cosa sono le convinzioni.
Le convinzioni sono una delle componenti principali della struttura profonda (surface stucture) e determinano il modo in cui assegniamo il significato agli eventi.
Esse sono delle generalizzazioni relative a noi stessi e all’ambiente in cui viviamo, in particolare in merito ai nostri comportamenti, alla nostra identità, alle nostre capacità e al mondo in generale.
Nel caso in cui queste convinzioni non supportano il raggiungimento degli obiettivi sono chiamate convinzioni limitanti.
Le convinzioni limitanti sono quindi ciò che una persona crede essere assolutamente vero relativamente ai suoi comportamenti, alla sua identità, alle sue capacità e al mondo e che lo limita nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Sono un sentimento di certezza relativo a qualcosa di specifico che limita la nostra vita.
Alcuni esempi di convinzioni limitanti sono:
- Cliente: Sono sicuro che non imparerò mai l’inglese.
- Cliente: Sono convinto che nessuno potrà mai essere veramente felice.
- Cliente: I soldi sono il diavolo.
Le convinzioni nascono dalla validazione di uno o una serie di eventi e si installano all’interno della nostra mente, in particolare nei filtri percettivi (F2).
Le convinzioni, incluse anche quelle limitanti, ci sono trasmesse dall’ambiente in cui viviamo, per esempio:
- dai genitori;
- dagli amici e le persone che frequentiamo;
- dalla società;
- dalla religione;
- dalla cultura;
Inoltre le convinzioni limitanti si formano da domande “Come si fa a fare X” non risposte.
Dove X è una qualunque attività.
Supponiamo il caso di una persona che non riesce a studiare una poesia a memoria non perché non ha memoria, ma perché non conosce una strategia valida per farlo.
È possibile che questa persona crei una convinzione limitante relativa alle sue capacità di studiare a memoria.
Questa convinzione potrebbe essere per esempio “non sono capace a studiare a memoria”.
Ogni volta che egli, con la strategia sbagliata, proverà a studiare a memoria fallirà in questo suo obiettivo rafforzando sempre più la sua convinzione.
Le convinzioni limitanti si dividono in tre categorie diverse:
Convinzioni causali
Le convinzioni causali sono quelle relative a “che cosa causa qualche cosa”.
La parola perché, o i suoi sinonimi, spesso indica l’esistenza di questa tipologia di convinzioni.
Per esempio:
- Cliente: Ho preso un brutto voto a scuola perché non sono simpatico al professore.
Le convinzioni causali possono essere identificate con la domanda:
- Coach: Che cosa causa X?
Dove “X” è qualche cosa indicato dal cliente, per esempio il fumare, l’arrabbiarsi, l’andare male a scuola, eccetera.
- Coach: Che cosa ha causato il tuo brutto voto a scuola?
- Cliente: Ho preso il brutto voto perché non sono simpatico al professore.
Oppure
- Coach: Che cosa ha causato il fatto che hai ripreso a fumare?
- Cliente: Ho ripreso a fumare perché non riesco a socializzare senza la sigaretta.
Convinzioni di identità
Le convinzioni limitanti relative all’identità si manifestano nel momento in cui la persona eguaglia la sua identità ai suoi comportamenti o ai risultati che ottiene o non ottiene.
Spesso queste convinzioni non sono consce al cliente e impediscono o limitano di conseguenza le possibilità di successo del cambiamento.
Un altro aspetto che rende difficile il cambiamento relativamente alle convinzioni di identità è che alcuni clienti nel rimuovere la loro convinzione credono di rimuovere tutta o parte della loro identità.
Attraverso un cambiamento di convinzioni d’identità reputano di non essere più loro stessi.
Un esempio di questa situazione avviene quando la persona riconosce la sua identità nel lavoro che svolge.
Una situazione simile causa una forte difficoltà nel cliente se gli venisse richiesto di cambiare professione oppure di andare in pensione.
Le convinzioni di identità si suddividono in tre sotto-categorie:
- identità di causa;
- identità di significato;
- identità di limiti.
Spesso queste convinzioni possono essere identificate attraverso le seguenti domande:
Identità di causa
- Coach: Che cosa causa X? Dove X è per esempio la gelosia.
- Cliente: Sono del Sud, per cui mi ingelosisco.
Identità di significato
- Coach: Che cosa significa X? Dove X è per esempio l’atto di sgridare la moglie se ha bruciato la cena.
- Cliente: Sono un uomo, significa che devo dimostrare di portare i pantaloni.
Identità di limiti
- Coach: Quali sono i tuoi limiti personali relativamente al peso forma?
- Cliente: Sono sempre stato sopra ai 90 Kg.
Convinzioni di significato
Le convinzioni di significato derivano dal significato che il tuo cliente attribuisce agli eventi oppure alle cose che egli ritiene importanti o necessarie.
Per esempio:
- Cliente: Prendere un brutto voto a scuola significa che sono un incapace.
- Cliente: Per avere una relazione di coppia duratura è importante vedersi raramente.
- Cliente: Siccome ho litigato con la mia ragazza è necessario che la lasci.
Questo tipo di convinzioni generano comportamenti (consci o inconsci) allineati alla convinzione stessa.
Per cui una persona che crede che per avere una relazione duratura è importante vedersi raramente, questa troverà tutti i modi per evitare di incontrare la fidanzata.
Conclusione
Sapere come fare a liberare la mente dalle convinzioni limitanti è molto importante per cambiare la tua vita o aiutare i tuoi clienti a raggiungere i loro obiettivi.
Se vuoi scoprire come farlo assicurati di scaricare il report Vivi la tua vita in modo straordinario con la PNL che getterà le fondamenta per imparare a liberare la mente dalle convinzioni limitanti.
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Fa la differenza che fa la differenza.
Ciao
Simone